domenica 10 agosto 2008

La città è vuota? No

Stamattina, dopo molto tempo, ho fatto un giro per Limbiate in bicicletta. Le ginocchia hanno protestato, ma sono in ferie, quindi potranno riposarsi.
Sembrerebbe che anche Limbiate si sia svuotata, ma non è così. Questa sensazione è data dai tanti negozi chiusi, come la pasticceria, dove al sabato e alla domenica mattina vedevo sempre tanta gente.
Ma girando per le vie ho visto che due case sue tre sono aperte, si sentono i discorsi tra famigliari, le liti, i giochi dei bambini. E ho visto pochi preparativi per le partenze.
Con i negozi chiusi, tutti tendono ad uscire meno, perché c’è meno da vedere. Mi viene in mente “Bar Sport” di Benni, in cui è descritta la città oltre che il mitico ritrovo, con le sue peculiarità. La mamma che chiama i bambini perché è ora di cena, il babbo che in pantaloncini corti, canottiera bianca e calzini abbinati cazzeggia in cortile attorno all’aiuola, i vecchietti che giocano a scopone scientifico.
Tante persone chiuse nelle proprie case, magari a sentirsi soli, con una folla tutto intorno, che si sente pure sola. Aspettiamo che riapra il bar Arnoldi, storico ritrovo per generazioni di limbiatesi, e sarà evidente che Limbiate non si è svuotata. Siamo tutti a casa, chi a sonnecchiare, chi a guardare le olimpiadi, chi ad annoiarsi.
Domani è lunedi, e la cooperativa si riempirà di nuovo di massaie che approfittano della promozione sul pane, ragazzi che si sfidano in bicicletta (facciamo a chi frena per ultimo?) lungo il Garbogera, persone che si passeggiano in giro, senza una meta.
Limbiate dorme, è la calura d’agosto. Ma la città non è vuota. Ha tanto da raccontare, basta saperla ascoltare.

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