domenica 20 luglio 2008

La pastiglia per il viaggio

Ci sono quelli che soffrono il mal d’auto, quelli che soffrono il mal d’aria, quelli che soffrono il mal di mare. Prima di partire, per evitare di stare male, prendono una pastiglia.

Poi ci sono quelli che non hanno problemi se devono viaggiare ma si prendono una pastiglia per fare un viaggetto. Peccato che a volte siano viaggi di sola andata.

Sui quotidiani si legge dell’ennesima ragazza in coma dopo aver assunto una pastiglia di ecstasy.

La droga è diffusa, si sa. E i ragazzi sono tentati. Ricordo che alle superiori un ragazzo di Senago mi raccontava i suoi esperimenti, finchè una mattina è arrivato più rintronato del solito. Gli è andata bene, ci ha messo un mese per riprendersi completamente. Spero per lui che abbia smesso.

Ogni droga ha la sua pericolosità e diffusione. Adesso la cocaina costa molto poco e tanti la provano. Ma c’è chi, come i ragazzini delle favelas brasiliani, sniffa la colla. Gli effetti pare siano gli stessi. Cioè alla lunga, ma anche alla corta, ti distrugge il cervello.

Quello che mi preoccupa è anche la miopia di larga parte della popolazione sull’argomento. Mio figlio? Mai!

Limbiate è come il resto d’Italia, anche se non se ne parla. Pochi forse ricordano le fioriere del Viale Piave.Non ci sono più perché alla fine degli anni ottanta, primi novanta, erano diventati ripostiglio favorito degli spacciatori. Tant’è che i fiori non sopravvivevano. Finché vigili e carabinieri, dopo le continue segnalazioni, hanno fatto una bella retata e successivamente deciso di togliere quei ripostigli.

Pochi mesi fa anche dei ragazzi limbiatesi sono stati fermati sul “bus dello sballo”.

Vorrei però far notare che anche l’alcool è una droga, molto più subdola delle canne. Perché chiunque può andare a comprare una birra. E poi un’altra. E un’altra ancora.

Il numero di bottiglie che si trovano in giro, parco di Villa Mella incluso, racconta parecchie cose.

Parlando del parco, una volta la collinetta era il posto dove chi, senza casa, cercava un po’ di intimità. Domenica scorsa ho fatto un giretto, e ho trovato sporcizia dappertutto, e tante bottiglie.Non ci sono più siringhe come anni fa, ma non credo che non ci sia più lo spaccio…

Faccio una proposta: vigiliamo di più, ma non per punire e basta, quanto per evitare di “bruciare” il prossimo Einstein, Beethoven, Tintoretto. E pretendiamo che non ci si limiti a parlare, ma si facciano cose concrete. I “Tamburine man” sono fra noi.



p.s. Personalmente non credo che chi si fuma una canna è destinato a bucarsi o a sniffare cocaina. Ciascuno è libero di fare quello che vuole. Basta che ricordi che la sua libertà finisce dove comincia quella degli altri.

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