giovedì 21 agosto 2008

Spagna 3.0 – L’escursione

Cominciamo con il cestino da picnic. Ti aspetti di trovare un po’ di roba tra cui scegliere per poterti fare il tuo bel cestino. E invece no. Scatolette di tonno (e come lo mangio, lo aspiro o mordo la latta?), fette di salame dolce e piccante, che con i 40° fanno proprio bene, fontina a fette e frutta. E vabbè.
L’autobus, inizialmente previsto per le 8.30, poi spostato alle 9.30, arriva alle 10. Guida tranquilla, Josè non è un fan di Alonso. Il nostro cicerone è abbastanza simpatico, continua però a dirci che i tempi sono stretti.
Problema: c’è una coppia con un figlio odioso, ma i genitori sono pure peggio. Arriviamo a Palma, diretti alla cattedrale gotica, con la navata centrale che è la 4a più alta al mondo. Il Duomo di Milano è secondo.
Dovremmo aver del tempo per girare la città prima di entrare in Chiesa, ma di fatto non ne abbiamo. La cattedrale effettivamente è imponente, ma andiamo velocissimi. Usciamo e passiamo davanti al castello di Belver (si scriverà così? Boh!), a pianta circolare. Abbiamo fretta, dobbiamo andare a Valdemossa, dove c’è una Certosa che ospitò Chopin. Il ragazzino e i genitori continuano con il loro schiamazzi sia in viaggio che nella Certosa. Per loro fortuna, i monaci non ci sono più da un pezzo. Usciamo e in un’ora possiamo girare i negozi. Compro una maglietta per me e una per il nipote, più un piattino decorato alla maniera di Toledo (sottili lamine d’oro) per mammà. Torniamo indietro, ma mi sa che Josè ha nel frattempo scoperto di essere cugino di secondo grado di Alonso. O forse si è scolato un po’ di Sangria mentre ci aspettava…
Dopo due ore (nel frattempo la guida è scesa a un incrocio ed è andata a casa) comincia a venirci un sospetto: Josè si è perso
Stiamo tornando indietro e puntiamo verso l’entroterra anziché verso il mare.
Alla fine, dopo tre ore, arriviamo in albergo…

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